SUPPLY CHAIN CONTINUITY MANAGEMENT (SCCM) PER NON AVERE SORPRESE

 

 (feb. 2015)

 

In ogni Azienda produttiva o di servizi esiste una catena di fornitura (supply chain), più o meno lunga e complessa, ottimizzarla significa ridurre giacenze, tempi, immobilizzi e movimentare più velocemente il danaro, mantenendo e/o migliorando al contempo il livello di servizio ai clienti.

 

Più la supply chain diventa integrata e snella, più probabilmente alcuni eventi che interessano un fornitore di secondo, terzo o quarto livello (tier 2 - tier 3, 4), con un effetto a cascata si ripercuotono sugli altri collegamenti della catena fino al cliente finale.

In qualità di cliente finale, al fine di non avere ripercussioni sul proprio business, diventa indispensabile definire e analizzare i livelli di criticità delle forniture e dove necessario implementare un sistema di gestione della continuità di fornitura (Supply Chain Continuity Management - SCCM).

 

Alle Organizzazioni che hanno attivato progetti di miglioramento organizzativo sulla propria supply chain, suggerisco per non vanificare quanto fatto a causa di un evento avverso, di prendere in considerazione anche gli aspetti di continuità di fornitura su tutti i livelli della catena, approcciando il problema attraverso le metodologie della Business Continuity (ISO 22301).

Sull'argomento a breve sarà disponibile anche la guida ISO 22318 Societal Security - Business Continuity Management - Guidance on Supply Chain.

 

 

dal SOGNO, al PROGETTO, alla REALIZZAZIONE (fantastica realtà per le Organizzazioni)

 

(gen. 2015)

 

Ognuno di noi ha la sua stanza dei sogni, perché non entrarci un attimo?

All’interno della stanza, vedi, ci sono tanti cassetti; cassetti piccoli che contengono piccoli sogni, cassetti grandi che contengono grandi sogni.

Il tuo compito è di aprire ogni cassetto per scoprire i sogni che sono rimasti da tanto tempo chiusi e valutare quelli che vale la pena di trasformare in progetto.

Una volta che hai scoperto quale sogno vuoi trasformare in progetto, lo estrai dal cassetto e ti trasferisci nella stanza attigua, la stanza del progetto.

In questa seconda stanza si trovano sette esperti consulenti, ognuno ha in testa un cappello e ogni cappello guida un processo di pensiero particolare.

Il consulente con il cappello bianco ti invita ad esaminare i fatti e a raccogliere i dati oggettivi,   quello con il cappello rosso a farti guidare dalle emozioni costruttive.   Il consulente dal cappello nero ti mette in evidenza gli ostacoli, gli impedimenti e le difficoltà;   quello col cappello giallo ti infonde ottimismo, speranza e pensieri positivi.   Il consulente col cappello verde ti stimola il pensiero creativo e innovativo;   quello col cappello blu ti fa guardare le cose dall’alto del cielo per vedere solo l’essenziale e lasciare sullo sfondo ciò che è irrilevante.

E per ultimo c’è il consulente che ha il cappello con i colori dell’arcobaleno, che ti indica il tipo di cappello da privilegiare, il tipo di pensiero da far intervenire a seconda del processo che stai analizzando.

Finita la fase di progettazione ti invito ad entrare nell’ultima stanza, dove trovi tante scarpe diverse, scarpe che indicano quali passi intraprendere per tradurre il progetto in percorso.

Ci sono scarpe formali da indossare quando è bene attenersi alle procedure, seguire una routine consolidata e quindi rassicurante. Ci sono stivali da vigile del fuoco, che invitano a guardare i propri passi in situazione di emergenza, a proteggersi da eventuali inondazioni o dal fuoco. Ci sono comode pantofole, che evocano il confort, il calore, l’intimità domestica, e scarpe da contadino, da indossare per ricordarsi che è bene tenere i piedi per terra e affidarsi allo spirito pratico e alla semplicità.

Ci sono anche scarpe da ginnastica, da indossare quando ci si vuole allenare per fare salti in lungo o in alto, o quando si deve correre per raggiungere la meta.

Ci sono anche scarpe eleganti, che mettono in evidenza l’aspetto formale dell’autorità, e scarpe da ballo per festeggiare il raggiungimento del successo.

Infine, sebbene tu disponga di tante scarpe utili a proteggerti i piedi è opportuno ricordarsi anche di andare a piedi nudi, non solo per sentire il terreno sotto i piedi, ma anche per lasciare le tue impronte.

 

RISK MANAGEMENT - BUSINESS CONTINUITY

 

Nel parlare di Business Continuity e di ISO 22301 in azienda spesso i miei interlocutori (Imprenditori e Manager) mi rispondono, che l'azienda è già sicura perché hanno implementato una robusta gestione dei rischi.

È importante tenere presente che Risk Management e Business Continuity hanno punti di contatto, ma obiettivi diversi.

 

Il Risk Management è un processo sistemico atto a comprendere, valutare e mitigare i rischi a cui è soggetta un'Organizzazione (agisce su probabilità e gravità dell'evento su rischi conosciuti).

La Business Continuity è la capacità di un'Organizzazione di continuare ad erogare il servizio ad un livello accettabile e predefinito, in seguito ad una interruzione, qualsiasi sia l'evento scatenante (agisce sugli aspetti organizzativi per rendere l'Organizzazione Resiliente).

 

E . . . allora cosa implementare in azienda, è sufficiente la gestione del rischio?

Innanzitutto è importante capire l'obiettivo per Organizzazione: si tratta di ridurre i rischi e operare sul rischio residuo o si tratta di assicurare la continuità del business (fornitura di prodotti/servizi) in caso di evento avverso (previsto e/o imprevisto).

  • Se l'obiettivo è ridurre e gestire i rischi (che è peraltro attività fondamentale prevista per legge su alcuni rischi, come ad esempio quelli soggetti a DVR) occorre analizzare i processi dell'Organizzazione attraverso le variabili "Probabilità, Gravità, grado di Vulnerabilità", attivando le opportune contromisure e gestendo al meglio il rischio residuo - Ma ATTENZIONE: l'Organizzazione è resiliente sui rischi analizzati ma è e rimane fragile in caso di evento non prevedibile e quindi, la gestione del rischio da sola, non può assicurare la continuità del business.
  • Se l'obiettivo è "assicurare la continuità di fornitura di prodotto/servizi" il lavoro deve essere indirizzato a rendere Resiliente l'Organizzazione e i suoi Processi analizzando sia i rischi sia l'impatto dell'ipotetica interruzione sul business (Business Impact Analysis) per attuare adeguati piani di continuità e predisporre l'Organizzazione a gestire anche la crisi (Crisis Management) al verificarsi dell'evento.

In sintesi:

in una Organizzazione la gestione del rischio è fondamentale. Se l'obiettivo da perseguire è la continuità del business, il Risk Management da solo non è assolutamente sufficiente, quindi, il "Sistema di Gestione della Continuità Operativa" diventa indispensabile e addirittura prioritario.