PIANO NAZIONALE INDUSTRIA 4.0: SIMULAZIONE E INDUSTRIALIZZAZIONE DEI PROCESSI

 

Un pilastro portante del Piano Nazionale Industria 4.0 è la spinta all’investimento nelle “tecnologie abilitanti”, ossia all’adozione di quelle soluzioni innovative che possono dare slancio alle aziende del tessuto industriale italiano. Tra le tecnologie abilitanti indicate nelle Linee Guida del Governo, troviamo la “Simulazione tra macchine interconnesse per ottimizzare i processi”. Non solo: nei punti seguenti le Linee Guida ampliano la visione verso “l’integrazione delle informazioni lungo la catena del valore dal fornitore al consumatore” e spingono ad ottenere una “comunicazione multidirezionale tra processi produttivi e prodotti”.

L’obiettivo della simulazione è quello di creare un modello in grado di rappresentare la reale complessità del sistema azienda al fine di comprendere come questa si comporta a fronte degli eventi che la caratterizzano. Questo approccio innovativo consente di studiare accuratamente e con la dovuta robustezza l’attuale organizzazione aziendale per migliorare le performance ed ottimizzare prodotti e processi.

 

Il modello perciò non è un “disegno” statico ma, grazie ad appropriati strumenti software, viene simulato per analizzare l’effettivo comportamento del processo As-Is, What-If e To-Be. Un’analisi dinamica consente di verificare il comportamento del processo nel tempo (breve, medio e lungo periodo) per valutarne la capacità di reazione a fronte di eventi esterni od interni (variazioni di mercato, introduzione di nuove tecnologie, sviluppo delle linee di produzione, modifiche degli iter amministrativi, ecc.). L’approccio dinamico ha come risultato immediato una maggiore comprensione dei fenomeni che influenzano il processo. Questo si ripercuote proattivamente in una drastica riduzioni dei costi, nell’aumento dell’efficienza e in una migliore qualità nei prodotti/servizi erogati. La connessione del modello validato da simulazione al sistema informativo aziendale diventa così l’essenza di qualsiasi attività di innovazione.

 

Una volta che il processo aziendale è stato validato dinamicamente e conclamati i suoi principali KPI, la fase successiva è determinare il punto di ottimo, ossia identificare la configurazione migliore per raggiungere gli obiettivi che il management richiede. Le tipiche analisi del Six Sigma, come i sistemi Montecarlo ed il Design of Experiment offrono aiuti considerevoli, pressoché indispensabili.

 

Questo consente di determinare con la dovuta robustezza un adeguato piano di investimenti. L’implementazione dei punti successivi previsti dal PN Industria 4.0 sono una naturale conseguenza dell’ottimizzazione di processo.

 

Allo scopo di fruire dei benefici derivanti dal Piano Nazionale Industria 4.0, in collaborazione con Proxyma – BPM Excellence Center mettiamo a disposizione una serie di strumenti professionali (didattica e tecnologia) con l’ausilio di personale Altamente Qualificato certificato BPM, BB6ST, ERM:

 

- tecniche di modellazione e analisi di processo: qualunque progetto aziendale si deve poggiare su delle solide basi al fine di garantire la fondatezza e la coerenza dei risultati conseguibili, oltre a sostenibilità e consolidamento;

- qualità e standard internazionali ISO: per raggiungere, mantenere e incrementare la qualità aziendale in modo costante, strutturato e standardizzato;

- analisi infrastrutturali di Classe Enterprise: qualunque azienda di ogni ordine e grado ha la necessità di analizzare come si relazionano più processi che operano in concorrenza tra loro (centinaia) e che vengono alimentati in real-time dal Sistema Informativo.

 

Per ottenere maggiori informazioni sulle soluzioni professionali disponibili, contattaci direttamente.

  

 

Business Process Management: la metodologia indispensabile per il P.N. Industria 4.0

 

Un pilastro portante del Piano Nazionale Industria 4.0 è la digitalizzazione dei processi d’impresa, in particolare quelli dedicati alla produzione: si punta infatti all’inserimento di soluzioni per monitorare e rispondere in tempo reale a qualsiasi evento si manifesti in linea. E’ opportuno ricordare però che la gestione del processo produttivo è solo un tassello del puzzle che costituisce l’intera azienda. La produzione di beni e servizi è infatti vincolata all’ordine emesso dal Cliente (commessa) che, attraversando l’impresa, attiva tutti i servizi disponibili: dalla codifica al controllo sulla solvibilità del Cliente, al lancio di produzione, allo stoccaggio (magazzino), alla consegna (logistica), fino alle problematica tipiche del servizio Clienti pre e post vendita. Per definizione un ”ordine” attraversa tutta la Value Chain.

 

Quindi focalizzare l’attenzione solo sulla “produzione” non è corretto se il monitoraggio non è esteso a tutte le altre funzioni d’impresa: sarebbe solo una visione parziale e ben poco indicativa di ciò che succede in azienda. Per garantire una visione globale corretta ed un confronto omogeneo è necessario estendere la digitalizzazione verso tutti i processi d’impresa garantendo al tempo stesso un approccio olistico, non solo come previsto ai punti 4-5-6 delle linee guida del P.N. Industria 4.0, ma anche dal buon senso manageriale.

 

L’unica tecnica metodologica in grado di effettuare questa operazione in modo dinamico è il Business Process Management.

 

La metodologia BPM definisce una precisa “road-map” che consente di trasformare la struttura funzionale in una organizzazione per processi. Questo intervento consente di generare coerenza strutturale tra i reparti d’impresa e di metterli in relazione tra loro sulla base delle necessità del Cliente. La gestione per processi, oltre ad assicurare una corretta visione d’insieme, consente di adottare una metrica (prevista anche dalle cogenti UNI EN ISO 9001-2015) per valutare le effettive capacità dell’azienda di erogare valore e, quindi, di ottenere i veri Key Performance Indicator (KPI), oltre che individuare i reali rischi operativi.

 

Sebbene si parli molto di BPM, questi principi di analisi dell’organizzazione sono poco conosciuti e ancor meno applicati in azienda. Il Corso di Eccellenza in BPM, grazie al patrocinio ufficiale del Comitato Scientifico dellUniversità degli Studi di Torino, che interverrà con i suoi docenti guidati dal Prof. A. Di Leva, fa chiarezza e mette a fuoco questi concetti, presentando una robusta metodologia per affrontare l’analisi, l’ingegnerizzazione e la ristrutturazione dei processi. Alle nozioni teoriche verranno affiancate sessioni di laboratorio (circa il 50% del tempo) per apprendere come modellare efficacemente un processo al fine di attuare la simulazione delle performance ed eseguire le analisi what-if volte all’ottimizzazione e al miglioramento organizzativo.

 

Il modello di processo, creato con la notazione BPMN 2.0 integrata nella metodologia BPM, può essere applicato e connesso ai sistemi informativi in aziende di ogni dimensione, ordine e grado.

 

Corso di Eccellenza in Business Process Management

Vicenza, 23-24 gennaio, 30-31 gennaio e 1 febbraio 2017 

per ulteriori informazioni   http://www.proxyma.it/it/formazione

  

 

BUSINESS CONTINUITY E SPOT PUBBLICITARI

 

Inverno, stagione di raffreddori e influenza. Importante in questo periodo prendere le dovute precauzioni (per esempio le tante raccomandate e a volte discusse vaccinazioni) per non bloccarsi a letto con le gravi ripercussioni sulle proprie attività lavorative, sociali e personali.

 

In questi giorni sta girando sui canali TV nazionali uno spot pubblicitario di una nota azienda farmaceutica che mi ha fatto riflettere:

<< CARLO, esperto tecnico informatico è costretto a letto a causa di un raffreddore. In sua assenza, in azienda ne succedono di tutti i colori, i processi vanno in tilt causando di fatto il blocco delle attività aziendali.

Ma per fortuna CARLO prende il farmaco reclamizzato consentendo così la ripresa dell'attività scongiurando, di fatto, una "grave crisi economica aziendale".

Lodevole la creatività del marketing aziendale nell'approvare un divertente e piacevole messaggio pubblicitario; ma purtroppo "chi di spada ferisce, di spada perisce", e a parer mio, lo spot fa passare alcuni pericolosissimi messaggi:

 * sotto l'aspetto organizzativo le attività "core" dell'Azienda (grande o piccola che sia) sono lasciate alla mercé di CARLO, come se l'Azienda può funzionare solo se c'è CARLO; . . . e se CARLO vince alla lotteria (cosa che gli auguro) e decide di cambiare vita, . . . cosa succede all'IT dell'azienda? (ricordate il detto: tutti sono importanti, nessuno è indispensabile - ma con le varie problematiche contingenti che si presentano quotidianamente in azienda, quante volte viene messo in pratica?)>>

 

* sotto l'aspetto della Continuità Operativa, il non aver sotto controllo i processi, le loro interdipendenze e le figure chiave, nel momento che succede il "patatrac" il sistema di continuità e di ripristino approntato potrebbe essere inaffidabile o non rispondere completamente nel modo atteso.

 

MORALE:

- il vedere l'Azienda come un sistema fatto di singoli processi (o funzioni), non interconnessi e non interdipendenti dubito che possa essere funzionale al business e tanto meno alla gestione della continuità operativa (bicchiere mezzo vuoto).

- se vediamo il bicchiere mezzo pieno è un buon mezzo per iniziare a creare consapevolezza e cultura su aspetti che riguardano la continuità del business.